Le persone con disabilità sono state a lungo descritte come mancanti e fragili.
Il modello dei diritti prevede di modificare questa narrazione. Le mancanze e le fragilità infatti non dipendono dalla persona in sé e dalle sue caratteristiche, ma dal fatto che, per condurre una vita autonoma nella nostra società, sono richieste delle capacità che non tutte le persone possiedono. Per costruire una società inclusiva e a misura di tutti e tutte bisogna quindi evitare di dare per scontate le caratteristiche di cittadini e cittadine, sia di tipo fisico che intellettivo, e adottare un sistema di supporti su misura che consentano a ciascuna persona di vivere nel mondo di tutti e tutte, come sancito anche dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.
La rappresentazione delle persone con disabilità come soggetti fragili è stata in passato assorbita dai servizi socioeducativi del sistema di welfare, che si sono strutturati per offrire protezione e custodia alle categorie di cittadine e cittadini escluse dalla piena cittadinanza.
Per fare ciò, sono state attivate modalità di intervento talvolta segreganti, come la creazione di spazi separati apposta per le persone con disabilità. È quindi necessario un ripensamento del ruolo e degli obiettivi dei servizi secondo il modello dei diritti. Il ruolo del servizio dovrà ri-orientarsi allo sviluppo di una rete di sostegni che consentano a ogni persona di condurre il tipo di vita desiderato, nel mondo di tutte le persone e sulla base di uguaglianza con gli altri.