La nostra visione

Il Centro Studi DiVi nasce nel 2016 all’interno di CIRCE (Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Comunicazione) dell’Università di Torino. Il Centro è attivo nel campo della promozione di esperienze di ricerca, di pratiche sociali e politiche basati sul modello dei diritti arricchito da elementi mutuati dal capability approach di Amartya Sen. La prospettiva è quella di considerare la persona con disabilità non un soggetto genericamente “fragile” ma un cittadino titolare di tutti diritti, tra i quali quello di autodeterminarsi. In quest’ottica e con lo sfondo della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, il compito dell’operatore, dell’amministratore, del legislatore diviene quello di mettere a disposizione la propria competenza per garantire l’esigibilità dei diritti civili e sociali a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro caratteristiche.

Un giovane con Sindrome di Down vestita con camicia azzurra legge il suo intervento ad un convegno

Da questa visione discende una concezione dei temi connessi alla disabilità che non ne perde di vista l’intersezionalità. Avvicinandosi alla disabilità in termini universalistici (dal punto di vista sociale) e globali (dal punto di vista psicopedagogico), infatti,la visione del centro studi considera e identità sociali come sovrapposte e intersecate: i diversi assi di identità interagiscono, ed allo stesso modo interagiscono i meccanismi di esclusione e di discriminazione. In questo senso, come non è più possibile definire una persona attraverso la mera indicazione della sua disabilità, allo stesso modo per promuovere un effettivo accesso ai diritti è necessario ricercare ed agire in termini multidimensionali: i processi che coinvolgono le persone con disabilità – inclusione, attivazione lavorativa, percorsi di vita indipendente, costruzione di una famiglia- vengono dunque letti e interpretati allargando lo sguardo all’intera comunità.

La deistituzionalizzazione diventa dunque il processo di superamento di ogni modalità segregante, sia attuata attraverso la segregazione fisica ma anche, e per quanto riguarda la vocazione scientifica del Centro, in particolare, attuata attraverso modelli di pensiero, di pratiche e rappresentazioni segreganti.

Nello scenario interdipendente che lega persone, gruppi e istituzioni il Centro assume come principio ispiratore del proprio agire la reciprocità solidale fra le persone (fraternità universale), per declinarla in fatti e in diritti; si propone inoltre di contribuire a rivedere in questa luce gli assetti istituzionali locali e nazionali, promuovendo iniziative che favoriscano, in particolare nelle persone con disabilità e nelle loro famiglie, impegno civico e partecipazione attiva e consapevole alla vita pubblica.

Negli anni propedeutici alla formazione del Centro, diverse esperienze di ricerca e lavoro sul campo hanno consentito al gruppo di lavoro di mettere a fuoco alcuni nuclei attraverso cui accompagnare l’accrescimento della consapevolezza e l’attuazione di pratiche innovative di capacitazione e di accompagnamento di percorsi di vita basati sull’autodeterminazione.